C’è un pensiero che insiste e dice
di sé
cose che non chiedo, né desidero.
Se non arriva il giorno impazzirò.
Chi avrà mai colto il senso di una storia che desta
il sonno più profondo e insiste
per quelle stanze che d’improvviso sono
luminose come una primavera?
Chi sa per certo da dove arrivano le storie?
Le accolgo, assonnata, senza
la volontà di ricucire i lembi sgualciti del sonno
e, con memoria recente, scrivo senza penna né tastiera.
Scrivo di getto, rapida e schiva, l’urgenza ustiona
la pelle, tormenta le ore da qui all’alba, fino
al frutto amatissimo.
Poi, m’acquieto. Lo disconosco e a volte
lo detesto.
Fortissimamente. Taccio per ore
felice dopo il tormento.
©giusi d’urso