Sono fortunata, io, con le mie due metà, l’una cresciuta a pane e parole e l’altra tirata su a chimica organica e biologia. Mi colloco in quella parte del mondo immaginario di cui qualcuno non sa dire nulla se non che o fai una cosa oppure ne fai un’altra. Lo stesso mantra che per anni… Continua a leggere Il compiaciuto intero
Mese: Giugno 2020
“Codice universale” su Storie a catinelle
Ho cinquant’anni e sono biologo. Ho cinquant’anni, sono biologo e morirò di cancro. Come faccio a saperlo? So per certo che i sistemi di riparazione del DNA funzionano bene solo in giovane età. Dopo i quarant’anni, forse dopo i trenta, fanno acqua da tutte le parti, gli errori si accumulano e… addio salute. Le mutazioni… Continua a leggere “Codice universale” su Storie a catinelle
Di cose dimenticate e poi riemerse
Di cose dimenticate e poi riemerse. Di parole acuminate che sembravano spine. La più piccola. La più piccola della classe. La più piccola del gruppo. La più piccola dell’elenco, della schiera, della serie, della squadra. La fatica di essere “ina”, che deve competere, che deve farcela, che deve vincere. Ma vincere cosa? È un’illusione la… Continua a leggere Di cose dimenticate e poi riemerse
La scoperta
La luce della lampada sul dettaglio dell’affresco crea una finestra luminosa su un mondo misterioso. Sabine osserva per un po’ il riquadro illuminato, prima di cominciare. È l’attimo che precede la scelta della tecnica, quello più delicato, prima della scoperta di ciò che il tempo ha nascosto stratificandosi. È tornata al lavoro da poche settimane.… Continua a leggere La scoperta
I vent’anni di mia figlia
I vent’anni di mia figlia sono un esorcismo al rammarico per i miei venuti male. Il suo profilo, le promesse che ho mantenuto. I vent’anni di mia figlia, che ho messo al mondo mentre nel mio mi orientavo a fatica, sono la mappa dell’isola in cui mi perdevo di continuo. Sono un paio di jeans… Continua a leggere I vent’anni di mia figlia
La fine del ragno – su Fernweh
Lungo la statale Tosco Romagnola c’è questa casa diroccata al cui interno è cresciuto un fico. Le sue fronde sbucano dalle crepe, dai muri mezzi crollati, dalle finestre di cui è rimasto solo il buco rettangolare. Le foglie si sono accomodate come padrone e da lontano sembrano persone affacciate intente a parlottare fra loro. Da… Continua a leggere La fine del ragno – su Fernweh
Al contrario
Accanto alla macchina del caffè, fra due mensole di bottiglie allineate come ballerine, è attaccata l’immagine di un Cristo benedicente. Il viso è quello dell’uomo giovane e bello dalla lunga chioma che ad Andrea ha sempre ricordato i capelloni degli anni settanta, un pensiero che corregge ogni volta con un altro: troppo pettinato per essere… Continua a leggere Al contrario
Senza sapere niente
– Avrà freddo lì fuori? – Ma no, secondo me è abituata, viene dall’Ucraina. – Davvero? – Sì, mi ha detto Giorgio che è nata a Kiev, ma non so altro. – Secondo te quanti anni ha? – Che ne so? Non l’ho mica guardata, mi mette inquietudine. I due colleghi parlano di una una… Continua a leggere Senza sapere niente
Strappi
Ieri ho accompagnato mia madre a Livorno. Questioni sue, nostre, complicate, di affetti forti e disperati. In macchina ha pianto all’idea dell’abbandono di qualcuno che le è molto caro. L’ho consolata come ho potuto, come ho saputo. Per tutto il giorno mille cose sono tornate a galla con quell’etichetta di sofferenza inevitabile, con l’inconfondibile connotazione… Continua a leggere Strappi
Due parole
Il dottor Palmieri quando successe il fatto era un medico condotto alle soglie della pensione. La sua carriera stava per concludersi, così finalmente si era concesso un premio: un’auto nuova, bellissima e color blu notte. Proprio in quei giorni, subito dopo l’arrivo di quel premio, un tardo pomeriggio si presentò da lui l’attempato Modesto Bonaccorsi… Continua a leggere Due parole