A una certa età i figli vanno per la loro strada. Paride lo ha sempre saputo. Tutti i genitori lo sanno.
E’ successo nel giro di un paio d’anni. Il ragazzo ha trovato lavoro in Francia, la ragazza, invece, una compagna in un’altra città. A Genova. Che da Pisa sono sì e no due ore di macchina. Ma lei è tornata di rado. Come darle torto con una madre come Maddalena. Contro le lesbiche Paride non ha proprio niente, sua moglie invece…
Comunque, se ne sono andati tutti, anche Maddalena, sei mesi fa, un cancro all’utero se l’è portata via.
All’inizio i figli gli hanno imposto una badante. Sonia. Cristo santissimo, Sonia la bulgara che faceva la frittata con la panna e la scorta di detersivo in polvere. Pochi mesi. Solo tre e poi anche Sonia se n’è andata per raggiungere sua figlia in Germania. Paride è stato subito chiaro: basta badanti, basta estranei, basta frittate con la panna e scorte di detersivo in polvere. E difatti è rimasto solo. Solo e contento. Ha provato un certo sollievo nel realizzare che da quel momento nessuno sarebbe arrivato a questionare sul caffellatte per cena, sul volume della radio troppo alto, le sigarette fumate alla finestra, le tute sgualcite e lise, la poca voglia di uscire.
Ora, c’è da dire che proprio solo non è. Nell’appartamento accanto abita la vedova Pochini, la Francesca, bella femmina prosperosa, con cui Paride, ad avere dieci anni di meno e con tutto il rispetto per la buonanima di Maddalena, commetterebbe volentieri qualche peccato.
Francesca non ha figli, ha due fratelli, uno abita a Lucca e si fa gli affari suoi, l’altro nessuno sa che fine abbia fatto.
Il Pochini, cardiopatico, se n’è volato via l’anno scorso durante la notte e nessuno nel palazzo si è accorto di niente fino a quando il cognato lucchese non ha affisso un piccolo annuncio mortuario accanto alle cassette della posta.
Ma quanto è stato lusinghiero per entrambi, l’abbandono.
Paride e Francesca, ognuno a casa sua, hanno cominciato a dormire fino a tardi, a vestirsi se e come vogliono. In più, da qualche tempo, ogni sera lui raggiunge lei per stare in compagnia. Su cosa facciano fino a notte alta possiamo azzardare molte ipotesi. Di certo non si annoiano, visto che Paride non rientra mai prima dell’alba.
Questa storia va avanti da poco più di un mese. I figli di Paride sembrano essersi dimenticati di lui, che di questo ringrazia il cielo ogni giorno. Fatto sta che nel palazzo, per lo più abitato da anziani malandati e badanti nordeuropee, gli unici a restare svegli fino a tardi sono soltanto i due vedovi dirimpettai, Paride e Francesca. Ormai sono così in confidenza che non hanno neanche bisogno di fissare un orario, né di suonare il campanello. Nulla li limita, né porte, né pareti. Niente convenevoli, niente smancerie. Paride si sente sempre a casa, va e viene dall’appartamento accanto con inconsueta leggerezza, un passo giovanile, un piglio spensierato. Francesca lo accoglie come uno di casa. Mettono insieme certi ricordi di quando da bambini facevano il bagno in Arno. Ci andavo con la mi’ mamma, dice lei; io con la mi’ nonna, dice lui, che però non mi lasciava anda’ nell’acqua e mi son sempre chiesto cosa mi ci portasse a fare. E di certi giochi, di certi quartieri, di certi ponti bombardati e poi ricostruiti.
Gli altri inquilini del palazzo ogni tanto sentono un rumore, della musica, una porta che sbatte, il fruscio di una tenda, una sedia spostata. Ma i vecchi palazzi, si sa, scricchiolano, si assestano. A volte sembrano cose che non sono.
Due giorni fa a casa di Paride qualcuno è entrato con le chiavi. Lui è andato a rintanarsi nello stanzino dei detersivi, si è seduto sui fustini del dixan e ha aspettato che gli estranei andassero via. Erano due, hanno fatto un rapido giro della casa, parlato di stime e costi e se ne sono andati. La sera Paride lo ha raccontato a Francesca che ha riso pensando alla scena di lui seduto sopra i detersivi. Lui per gioco l’ha rincorsa per le stanze, poi hanno immaginato cosa accadrà. Arriverà un camion zeppo di mobili, magari dei bambini rumorosi e insonni. Qualcuno riempirà lo stanzino di carta igienica e rotoloni presi a sconto, barattoli di pelati, confezioni di pastina da minestra e pellicola per alimenti. Ci sarà una sveglia alle sette del mattino e il bagno sempre occupato, le liti per chi porta giù la spazzatura, il tintinnio di chiavi all’ingresso. Poi gli anni passeranno, i bambini diventeranno uomini e lasceranno il nido. Gli adulti invecchieranno con il colesterolo alto e attenderanno il momento dell’abbandono come di una festa.
Paride e Francesca non si crucciano, sanno già come andrà a finire. Ballano un valzer lento senza fare troppo rumore.