Passi e pensieri. Stamani, a camminare, dopo l’interruzione per un dolore a un ginocchio. Temevo peggiorasse e mi sono fermata per un po’. Dopo l’anno delle battaglie vinte, arriva la paura predittiva per cose piccole e grandi. Mi ricorda quella dei bambini che temono gli assaggi di cibi che un giorno hanno vomitato. Colpa di cose cui sto lavorando.
Sono uscita con questi pensieri accartocciati, sperando di svuotare la mente come un secchio. Invece. Pensieri e passi. Passi e pensieri.
Ho trovato la campagna diversa. Spighe e infiorescenze selvatiche hanno cambiato colore. Lungo i sentieri l’erba ondeggia rossa di papaveri. Un canneto si è infittito e sottovento produce un suono pieno e compatto, quasi di schiocco. Mi sono persa il tempo della trasformazione e mi dispiace.
Sono tante le cose che perdo. Mi consolo con quelle nuove che arrivano. Interessi e progetti che non so dove mi condurranno. Ci vorrebbero altre vite. Ma è già così difficile tenersi aggrappati a quella che abbiamo in dotazione. E niente. Studio cose che in passato ho trascurato. È così faticoso imparare da grandi. È così bello imparare da grandi.
I pensieri si arrotolano intorno a questa faccenda su cui continuo a non avere le idee chiare. Cerco una distrazione, il verso sgraziato di due cornacchie che ho disturbato nel loro rituale amoroso. Hanno ragione, sono l’intrusa.
Mi guardo intorno e scopro di essermi allontanata più del solito. Rientro. Sorrido. Il ginocchio va alla grande.