Lungo la statale Tosco Romagnola c’è questa casa diroccata al cui interno è cresciuto un fico. Le sue fronde sbucano dalle crepe, dai muri mezzi crollati, dalle finestre di cui è rimasto solo il buco rettangolare. Le foglie si sono accomodate come padrone e da lontano sembrano persone affacciate intente a parlottare fra loro.
Da ragazzo ci andavo a disegnare dopo la scuola, nei pomeriggi solitari, quando non mi andava di uscire col gruppo. Era un posto dove nessuno veniva a cercarmi.
Quando avevo undici anni, la zia Rita, che poi era la zia di mio padre, mi raccontò che nella casa del fico abitava un ragazzo della mia età… continua a leggere su Fernweh