Pensa a una cosa bella

Mi chiamo Michele, sono un motociclista. Oggi, domenica di fine giugno, con Valentina andiamo alle Terme di San Giuliano. Sono passato a prenderla sotto casa. Ha indossato quei jeans comprati a Genova, durante l’ultimo fine settimana trascorso insieme. Le fanno un bel culo, lo sa bene, gliel’ho detto tante volte. Se li mette quando vuole farmi andare fuori di testa, mi lancia una di quelle occhiate che so subito a cosa sta pensando. Oggi ci prendiamo qualche ora di relax fra vasche, sauna e massaggi.

Pensa a una cosa bella.

Quando feci l’appendicite, mentre m’infilava l’ago nel braccio l’anestesista mi disse ora pensa a una cosa bella. E io tirai fuori dall’archivio la vacanza a Barcellona dopo la maturità, pentendomi immediatamente e sostituendola con la prima volta che io e Valentina abbiamo fatto l’amore, il calcetto del martedì, il primo bacio con la lingua a dodici anni. Non feci in tempo a scegliere perché mi addormentai. Quando fui di nuovo in corsia Valentina entrò nella stanza in punta di piedi per non disturbare lo stato di veglia incerta che mi tiravo dietro da ore. Mi posò la mano sulla spalla e mi baciò sulla fronte. Balbettai ti volevo pensare, sai, quando mi hanno detto…

Pensa a una cosa bella.

Stiamo andando alle terme in moto, io e Valentina. Prima siamo stati a fare colazione vicino alla Terrazza Mascagni di Livorno. La terrazza è uno spettacolo con quel pavimento a scacchi che si affaccia sul mare. Ti viene voglia di saltare. Poi invece resti affacciato alla balaustra per ore e guardi il mare senza dire niente.
Valentina ha preso lo zaino che abbiamo comprato due anni fa a Calenzana da quel ragazzo di colore, come si chiamava, Amir mi pare. Quello zaino è un cimelio con tutte le spille che gli abbiamo attaccato sopra, le scritte e i disegni fatti col bianchetto. Adesso lei lo vuole “ripulire” per farne uno zaino serio, dice, vuole portarselo a lezione all’università. Mi oppongo, le ho detto l’altra sera mentre ci facevamo una birra fresca sulla spiaggia libera di Tirrenia, è lo zaino delle zingarate, non puoi trasformarlo in altro.
Fa caldo, ma in moto conviene portarsi un giubbotto di pelle per ripararsi dalle frescate e da eventuali “grattugiate” sull’asfalto.

Pensa a una cosa bella.

Andavamo alle Terme, oggi. C’è un incrocio bastardo in via del Brennero e forse andavo troppo forte. Ho sentito Valentina gridarmi qualcosa all’orecchio, ma poi tutto si è confuso nel rumore sordo del casco sull’asfalto. Buio totale, ma lei piange non lontana da me. Non mi posso muovere, ma sento che mi sta chiamando fra i singhiozzi. Pensa a una cosa bella, mi dice qualcuno all’orecchio e nonostante il casco la voce mi arriva nitida e perfetta. È una donna che forse mi tiene la mano e mi ripete quella frase. Pensa a una cosa bella. Io ci sto pensando e questa volta voglio fare in tempo.

@giusidurso

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