Se rinasco, voglio nascere aggettivo. Non sostantivo. Non m’interessa venire al mondo già piena di certezze e con tanto di sinonimi che ne riecheggiano il significato e di contrari che lo esaltano per contrapposizione. Mi sento più affine alla versatilità dell’aggettivo. E alla sua varietà, poiché esso qualifica, determina, dimostra, notifica il possesso, il genere, il numero. L’aggettivo pare servile, in realtà conquista e si adatta a certezze e a situazioni con delicatezza e, tuttavia, lo fa con la tenacia propria di chi sceglie, guida, ma non impone, piuttosto suggerisce. L’aggettivo è un mentore parco, nel suo piccolo nasconde un seme di genialità e saggezza che lo rende utile e necessario il giusto. Connota e distingue, di quando in quando magnifica, a volte riduce all’essenziale e altre impressiona un’intera vita in un unico breve tratto. Varia, anticipa, cela, sottende, contiene, riflette. Svolge laborioso molti compiti, si snoda, si adatta, conduce in molti luoghi, come le strade e i ponti.
Se rinasco, quindi, voglio nascere aggettivo. Uno di quelli che fanno la differenza, senza inutile frastuono.
Ma son cose che si dicono senza crederci poi tanto, non è vero?
© giusi d’urso